CASSCINE FIRENZE

DI  COSA    VUOI PARLARE ? VORREI PARLARE  DELLE  cascine  PERCHE QUESTO ? PERCHE MI PIACE RACCONTARE  LA STORIA DELLA MIA CITTà    ADESSO SONO ARRIVATO ALLE CASCINE  HO SCOPERTO CHE  I PADRONI ERaNO  I  MEDICI E   I ILORENa   quando ero giovane andavo  con la mia amica  Roberta a passeggiare   PERCHE TIPIACE QUESTO POSTO? PERCHE DALA POSSIBLITTLA AI FIRENTINI DI CAMMINARE LONTANO DALTRAFFICO. CITTADINO CHE RISPETTO AD ALLORA ERA MOLTO MENO NON CERANO LEMACCHINE   ADESSO RISPETTO E comecomunemente   Le Cascine, è il più grande parco pubblico di Firenze (160 ettari); ha la forma  di una striscia pianeggiante di terreno lunga quasi 3,5 chilometri e larga non più di  640 metri, che costeggia la riva destra dell'Arno , dal centro storico , fino alla  c

Il parco ha inizio dall'attuale Piazza Vittorio Veneto per arrivare fino sotto al ponte all'Indiano delimitato naturalmente dal fiume Arno dal torrente Mugnone e dal canale Fosso Macinante.

La costruzione del parco delle Cascine ebbe inizio nel 1563 come tenuta agricola di proprietà di Cosimo I de' Medici. In pratica era una tenuta di caccia e un'azienda agricola dedita all'allevamento di bovini ed alla produzione di formaggio per la famiglia dei Medici. Da qui appunto il nome di Cascine, derivante dall'antico "cascio" ("cacio"), inteso come luogo in cui si tengono e dove si mungono le vacche per ricavarne burro e formaggio.

Fin dall'inizio il parco fu oggetto di particolari cure nella manutenzione del terreno e nei tipi di piantagioni e di colture e vennero anche inserite al suo interno rare specie di piante da frutto che rientravano negli interessi dei Medici per le sperimentazioni.

Con il passaggio del Granducato di Toscana dai Medici alla famiglia Lorena, il parco assunse sempre più la funzione attuale di luogo di svago che veniva anche aperto al pubblico in occasione di particolari ricorrenze.

Alla fine del Settecento per opera di Giuseppe Manetti, il parco venne arricchito di importanti costruzioni come la Palazzina Reale, attuale sede della Facoltà di Agraria dell'Università degli Studi di Firenze, l'abbeveratoio del Quercione, detto Fontana delle boccacce , la piramide con funzione di deposito del ghiaccio. Nella parte ovest del Parco c'è un anfiteatro mentre sul lato più a est, verso la piazza Vittorio Veneto, si trovano anche gli impianti nautici delle Pavoniere. Le due pavoniere appunto, dette in origine fagianiere, sono due costruzioni a forma di tempietti neoclassici, che costituivano in origine due gabbie per uccelli ad arredo del  parco. Fra le numerose fontane la più famosa è quella del Narciso. Come si legge anche nell'iscrizione appostavi, il poeta inglese Percy Bysshe Shelley si ispirò qui per scrivere l'Ode al vento dell'Ovest.

Giuseppe Manetti ebbe anche il compito di organizzare feste e ricevimenti all'interno del parco e di assoluto rilievo furono i festeggiamenti per l'insediamento di Ferdinando III, che si celebrarono dal 2 al 5 luglio 1791.

Il Granduca Pietro Leopoldo vi fece costruire una tenuta agricola modello con al centro la Palazzina Reale, oggi sede della Facoltà di Agraria.

Il parco, divenuto pubblico agli inizi dell'Ottocento con Elisa Baciocchi, che fece apportare notevoli interventi di manutenzione da Giuseppe Cacialli, fu acquisito dal comune di Firenze nel 1869, che ne affidò il restauro all'architetto Felice Francolini.

Le società sportive che un tempo disputavano le proprie gare nel prato del Quercione pres
Costruita in occasione dell'abbattimento delle antiche mura cittadine ad opera dell'architetto Giuseppe Poggi, si configurava all'epoca come una grande piazza di forma ellittica circondata per metà da un doppio filare di alberi che creavano una solenne scenografia di entrata al parco delle Cascine e un punto di vista suggestivo da chi, provenendo da corso Italia, si ritrovava ai bordi di un luogo lussureggiante, completamente diverso dalla città “di pietra” di Firenze.

Precedentemente nota col nome Piazza Vittorio Emanuele alle Cascine fu rinominata in seguito alla battaglia di Vittorio Veneto, combattuta durante la I guerra mondiale. Dal 1932 ospita al centro la statua equestre dedicata a Vittorio Emanuele II, modellata da Emilio Zocchi verso il 1890 e precedentemente posizionata al centro di piazza della Repubblica.

Con l'aumentare del traffico cittadino lungo i viali di circonvallazione la piazza ha perso le caratteristiche di punto di cerniera fra il centro cittadino e il grande parco, diventando un semplice luogo di passaggio e un parcheggio a cielo aperto.
La piazza oggi

Per  eliminare la futura intersezione della linea T1 della tramvia con il traffico cittadino all'inizio del secolo XXI si decise di realizzare un sottopassaggio veicolare lungo l'ultimo tratto di viale Fratelli Rosselli, subito prima dell'ingresso sul Ponte alla Vittoria. La Soprintendenza prescrisse la realizzazione di un manufatto di forma curva, così da poter successivamente recuperare l'originaria forma della piazza, tagliata in due dalla circolazione.[1] [2]
Fontana in piazza Vittorio Veneto
Il sottopassaggio veicolare

I lavori per il sottopasso carrabile partirono nel gennaio 2001 per terminare nel maggio 2003 (due anni e cinque mesi circa). Le spalle e i parapetti sono rivestiti in pietra tipo “santafiora”[3], mentre l'elemento a ponte è in acciaio COR-TEN, utilizzato in altre opere cittadine come il ponte tramviario sul fiume Arno della linea 1, il sottopasso di viale Strozzi davanti all'entrata della Fortezza da Basso o la ricostruzione del tratto terminale della rampa Spadolini.
Render di piazza Vittorio Veneto dopo la riqualificazione

Al di sopra del sottopasso è in funzione la linea T1 della tramvia, inaugurata nel febbraio 2010.[4] che corrisponde all'ingresso del grande parcheggio sotterraneo che doveva essere costruito nella piazza. Alcuni rilievi furono fatti a causa del progetto portato avanti dal Comune, differente rispetto a quello originale in quanto ha previsto l'edificazione di un sottopassaggio a quattro corsie anziché sei; ma i tecnici hanno risposto che l'ampiezza del manufatto costruito è pari a 20 metri, in linea con quanto stabilito successivamente ovvero la creazione di due corsie in ingresso città e tre in uscita previo allargamento del Ponte alla Vittoria.[5]

 

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