ponti di FIRENZE

Categoria: testiatuttospiano
Pubblicato Venerdì, 06 Settembre 2019 11:16
Scritto da Marco Testi
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I ponti di Firenze oltrepassano il fiume Arno dalla riva destra, dove sorgeva la città, all'Oltrarno sulla riva sinistra, che ebbe un carattere più popolare fino a quando Cosimo I vi trasferì la sua residenza nel XVI secolo dopo l'acquisto di Palazzo Pitti.

Tutti, con la sola eccezione di Ponte Vecchio, furono fatti brillare da parte dei tedeschi nella notte tra il 3 ed il 4 agosto 1944, venendo poi ricostruiti in seguito[1].

L'elenco comprende i ponti costruiti sull'Arno nel centro cittadino o nelle immediate vicinanze nell'ordine in cui si incontrano discendendo il fiume. Per i ponti più periferici e moderni (costruiti ex novo a partire dagli anni 1960) vedi Arno.
Indice

    Elenco dei ponti di Firenze da monte a valle
Veduta dell'Arno da Piazzale Michelangelo

    Ponte ferroviario dell'Alta Velocità Firenze - Roma.
    Ponte di Varlungo - Intitolato a Marco Polo, permette il raccordo tra la Strada provinciale 127 e l'autostrada (entrata Firenze Sud). Lungo 375 metri, di fattura moderna, ha un'altezza massima di 18 metri, la sua unica campata ha una luce di 127 metri .
    Ponte Giovanni da Verrazzano - Vicino al Ponte di San Niccolò unisce il Quartiere di Gavinana al Quartiere del Campo di Marte tramite il Lungarno Cristoforo Colombo e Piazza Ravenna . Fu costruito negli anni '60.
    Ponte di San Niccolò - Il primo ponte, intitolato a San Fernando, venne costruito tra il 1836 e il 1837 dalla ditta Séguin come ponte sospeso (come il ponte San Leopoldo, oggi sostituito dal ponte alla Vittoria). Ricostruito con il nome attuale nel 1890 per permettere il passaggio del tram, fu poi chiuso 1939. Un ponte provvisorio, costruito nel 1944 dagli Alleati, fu infine smontato per la costruzione dell'attuale ponte, edificato nel 1949 su progetto dell'ingegner Riccardo Morandi.
    Ponte alle Grazie - Terzo ponte realizzato a Firenze in muratura, fu costruito nel 1237 interamente in pietra, con nove arcate, nel punto più ampio del fiume; Allora, dal podestà Rubaconte da Mandello che ne iniziò la costruzione , era detto Ponte a Rubaconte; superò la violenta alluvione del 1333 e nel 1347 due delle arcate sulla riva sinistra furono chiuse per ampliare piazza dei Mozzi. Sopra i pilastri sorsero, già a partire dal 1292 numerose cappelle, romitori e botteghe, tra le quali c'era una con una Madonna detta Santa Maria alle Grazie (fine XIII-inizi XIV secolo), da cui il ponte prende il nome attuale. Gli edifici che vi sorgevano furono demoliti nel 1876 per consentire il passaggio del tram. Distrutto dai tedeschi nel 1944, l'anno seguente fu bandito un concorso per la ricostruzione (completata nel 1957), vinto dagli architetti G. Michelucci, E. Detti, R. Gizdulich e D. Santi e dall'ingegnere P. Melucci.

Ponte Vecchio

    Ponte Vecchio - Il ponte è uno dei simboli della città di Firenze e attraversa il fiume nel suo punto più stretto. La prima costruzione risale all'epoca romana, ma fu più volte danneggiato dalle alluvioni del fiume: dopo quella violentissima del 1333, venne ricostruito nel 1345 ad opera di Taddeo Gaddi e Neri Fioravanti, a tre arcate, con il passaggio fiancheggiato da due file di botteghe artigiane. È l'unico ponte di Firenze che non venne fatto saltare dai tedeschi durante la ritirata del 1944. A questo proposito, alcune fonti riportano[2] che l'ordine di salvare Ponte Vecchio fu dato direttamente da Adolf Hitler che ne era rimasto affascinato dopo averlo visto durante la sua visita in Italia nel maggio del 1938. Un'altra spiegazione potrebbe essere l'inutilità della demolizione; il ponte, con l'enorme massa delle sue sovrastrutture, avrebbe colmato il letto del fiume consentendo comunque il passaggio.

Ponte Santa Trinita

    Ponte Santa Trinita - Il ponte prende il nome dalla chiesa della Santa Trinità (con l'accento spostato sulla prima sillaba). Il primo ponte in legno, la cui costruzione fu finanziata dal nobile Lamberto Frescobaldi, risale al 1252. Crollato nel 1259 fu sostituito da un ponte in pietra, travolto dall'alluvione del 1333. La ricostruzione si prolungò dal 1346 al 1415, ma una nuova alluvione distrusse nuovamente il ponte nel 1557. Bartolomeo Ammannati ricevette l'incarico da Cosimo I di riscostruire il ponte con un progetto che vide l'aiuto (pare) anche di Michelangelo.L'innovazione strutturale che rese famoso il ponte è la caratteristica linea (detta a manico di paniere nei documenti d'epoca) dell'arcata, un'innovazione anche stilistica manierista; i lavori iniziati nel 1567 furono completati nel 1571. Alle estremità furono collocate nel 1608 le statue delle Quattro Stagioni, in occasione delle nozze di Cosimo II con Maddalena d'Austria. Dopo la distruzione dovuta alla ritirata tedesca del 1944 fu ricostruito tra il 1955 e il 1958 su progetto di R. Gizdulich e dell'ingegner Brizzi, copia fedele del ponte distrutto (dopo lunghe discussioni sulla particolare curva delle arcate). Solo nel 1961 fu recuperata sul fondo del fiume la testa della statua della Primavera, ora ricollocata al suo posto.

Ponte alla Carraia

    Ponte alla Carraia - Il ponte fu costruito in legno nel 1218 con il nome di "Ponte nuovo"; distrutto dall'alluvione del 1269 fu ricostruito con piloni in pietra e carreggiata in legno e nuovamente distrutto nella piena del 1333. Nuovamente ricostruito fu il secondo ponte cittadino interamente in pietra e presentava due piccole cappelle alle estremità. Il nome attuale deriva dalla possibilità di percorrerlo con i carri. Per ordine di Cosimo I il ponte fu allargato e rinforzato da Bartolomeo Ammannati dopo aver subito danni nell'alluvione del 1557. Nel 1867 vi furono aggiunti due marciapiedi a sbalzo. Dopo la distruzione per la ritirata dei tedeschi nel 1944 fu ricostruito su progetto di E.Fagioli tra il 1948 e il 1952 e per la sua accentuata curvatura fu soprannominato "il ponte gobbo".
    Ponte Amerigo Vespucci - Un primo ponte al servizio del quartiere di San Frediano ("ponte di via Melegnano") fu installato nel 1949, quando su piloni in muratura vennero appoggiati i materiali provenienti dai ponti sospesi collocati dopo le distruzioni della ritirata tedesca al posto del ponte alla Carraia e del ponte San Niccolò, che stavano per essere ricostruiti definitivamente. Tra il 1952 e il 1954 si svolse quindi il concorso per la costruzione del nuovo ponte, poi realizzato tra il 1955 e il 1957 sul progetto degli architetti Giorgio Giuseppe Gori, Enzo Gori ed Ernesto Nelli e dell'ingegner Riccardo Morandi.

Ponte all'Indiano

    Ponte alla Vittoria - Per volere del granduca Leopoldo II un ponte sospeso fu costruito nel 1836 dalla --- ditta Séguin, e fu intitolato a San Leopoldo. Nel 1932 fu sostituito da un ponte in muratura che venne poi distrutto dai tedeschi durante la ritirata del 1944 --- e quindi ricostruito nelle forme attuali-- e cambiando nome nel 1946.
    Ponte della tramvia - Unisce piazza Paolo Uccello con il viale Stendhal nel Parco delle Cascine, consentendo l'attraversamento dell'Arno alla linea T1 della Tranvia.
    Passerella dell'Isolotto - Detta anche delle Cascine, unisce il quartiere dell'Isolotto (Lungarno dei Pioppi) con il Parco delle Cascine (Piazzale Kennedy). Progettata dagli ingegneri Carlo Damerini e Vittorio Scalesse è stata realizzata nel 1962. Pur essendo una passerella pedonale, è tollerato il transito di moto e scooter che rendono questo ponticello piuttosto trafficato, specie nella prima mattinata (e in particolare il martedì quando si tiene il grande mercato delle Cascine). La Passerella ha subito lavori di manutenzione negli anni. Nel 2015, fatta una valutazione sulla tenuta e la capacità di portata, la corsia utile è stata ristretta con delle (orribili) transenne. Nel 2018 dopo diversi mesi di chiusura per lavori di manutenzione è stata riaperta.
    Ponte all'Indiano - chiamato anche Viadotto o Ponte dell'Indiano, è uno dei più recenti tra i ponti di Firenze, che unisce i quartieri di Peretola e dell'Isolotto tramite una strada a scorrimento veloce che supera il fiume Arno.
    Ponte dell'autostrada A1.

Sul Mugnone

    Ponte Rosso - ha questo nome dall'antico ponte in mattoni rossi sul torrente Mugnone, fuori dalla porta San Gallo, sostituito nel 1868 con l'attuale in pietra.

 

    Ponte di Varlungo - Intitolato a Marco Polo, permette il raccordo tra la Strada provinciale 127 e l'autostrada (entrata Firenze Sud). Lungo 375 metri, di fattura moderna, ha un'altezza massima di 18 metri, la sua unica campata ha una luce di 127 metri.
    Ponte Giovanni da Verrazzano - Vicino al Ponte  di San Niccolò unisce il Quartiere di Gavinana al Quartiere del Campo di Marte tramite il Lungarno Cristoforo Colombo e Piazza Ravenna. Fu costruito negli anni '60.
    Ponte di San Niccolò - Il primo ponte, intitolato a San Fernando, venne costruito tra il 1836 e il 1837 dalla ditta Séguin come ponte sospeso (come il ponte San Leopoldo, oggi sostituito dal ponte alla Vittoria). Ricostruito con il nome attuale nel 1890 per permettere il passaggio del tram, fu poi chiuso 1939. Un ponte provvisorio, costruito nel 1944 dagli Alleati, fu infine smontato per la costruzione dell'attuale ponte, edificato nel 1949 su progetto dell'ingegner Riccardo Morandi.
    Ponte alle Grazie - Terzo ponte realizzato a Firenze in muratura, fu costruito nel 1237 interamente in pietra, con nove arcate, nel punto più ampio del fiume; Allora, dal podestà Rubaconte da Mandello che ne iniziò la costruzione, era detto Ponte a Rubaconte; superò la violenta alluvione del 1333 e nel 1347 due delle arcate sulla riva sinistra furono chiuse per ampliare piazza dei Mozzi. Sopra i pilastri sorsero, già a partire dal 1292 numerose cappelle, romitori e botteghe, tra le quali c'era una con una Madonna detta Santa Maria alle Grazie (fine XIII-inizi XIV secolo), da cui il ponte prende il nome attuale. Gli edifici che vi sorgevano furono demoliti nel 1876 per consentire il passaggio del tram. Distrutto dai tedeschi nel 1944, l'anno seguente fu bandito un concorso per la ricostruzione (completata nel 1957), vinto dagli architetti G. Michelucci, E. Detti, R. Gizdulich e D. Santi e dall'ingegnere P. Melucci.

Ponte Vecchio

    Ponte Vecchio - Il ponte è uno dei simboli della città di Firenze e attraversa il fiume nel suo punto più stretto. La prima costruzione risale all'epoca romana, ma fu più volte danneggiato dalle alluvioni del fiume: dopo quella violentissima del 1333, venne ricostruito nel 1345 ad opera di Taddeo Gaddi e Neri Fioravanti, a tre arcate, con il passaggio fiancheggiato da due file di botteghe artigiane. È l'unico ponte di Firenze che non venne fatto saltare dai tedeschi durante la ritirata del 1944. A questo proposito, alcune fonti riportano[2] che l'ordine di salvare Ponte Vecchio fu dato direttamente da Adolf Hitler che ne era rimasto affascinato dopo averlo visto durante la sua visita in Italia nel maggio del 1938. Un'altra spiegazione potrebbe essere l'inutilità della demolizione; il ponte, con l'enorme massa delle sue sovrastrutture, avrebbe colmato il letto del fiume consentendo comunque il passaggio.

Ponte Santa Trinita

    Ponte Santa Trinita - Il ponte prende il nome dalla chiesa della Santa Trinità (con l'accento spostato sulla prima sillaba). Il primo ponte in legno, la cui costruzione fu finanziata dal nobile Lamberto Frescobaldi, risale al 1252. Crollato nel 1259 fu sostituito da un ponte in pietra, travolto dall'alluvione del 1333. La ricostruzione si prolungò dal 1346 al 1415, ma una nuova alluvione distrusse nuovamente il ponte nel 1557. Bartolomeo Ammannati ricevette l'incarico da Cosimo I di riscostruire il ponte con un progetto che vide l'aiuto (pare) anche di Michelangelo.L'innovazione strutturale che rese famoso il ponte è la caratteristica linea (detta a manico di paniere nei documenti d'epoca) dell'arcata, un'innovazione anche stilistica manierista; i lavori iniziati nel 1567 furono completati nel 1571. Alle estremità furono collocate nel 1608 le statue delle Quattro Stagioni, in occasione delle nozze di Cosimo II con Maddalena d'Austria. Dopo la distruzione dovuta alla ritirata tedesca del 1944 fu ricostruito tra il 1955 e il 1958 su progetto di R. Gizdulich e dell'ingegner Brizzi, copia fedele del ponte distrutto (dopo lunghe discussioni sulla particolare curva delle arcate). Solo nel 1961 fu recuperata sul fondo del fiume la testa della statua della Primavera, ora ricollocata al suo posto.

Ponte alla Carraia

    Ponte alla Carraia - Il ponte fu costruito in legno nel 1218 con il nome di "Ponte nuovo"; distrutto dall'alluvione del 1269 fu ricostruito con piloni in pietra e carreggiata in legno e nuovamente distrutto nella piena del 1333. Nuovamente ricostruito fu il secondo ponte cittadino interamente in pietra e presentava due piccole cappelle alle estremità. Il nome attuale deriva dalla possibilità di percorrerlo con i carri. Per ordine di Cosimo I il ponte fu allargato e rinforzato da Bartolomeo Ammannati dopo aver subito danni nell'alluvione del 1557. Nel 1867 vi furono aggiunti due marciapiedi a sbalzo. Dopo la distruzione per la ritirata dei tedeschi nel 1944 fu ricostruito su progetto di E.Fagioli tra il 1948 e il 1952 e per la sua accentuata curvatura fu soprannominato "il ponte gobbo".
    Ponte Amerigo Vespucci - Un primo ponte al servizio del quartiere di San Frediano ("ponte di via Melegnano") fu installato nel 1949, quando su piloni in muratura vennero appoggiati i materiali provenienti dai ponti sospesi collocati dopo le distruzioni della ritirata tedesca al posto del ponte alla Carraia e del ponte San Niccolò, che stavano per essere ricostruiti definitivamente. Tra il 1952 e il 1954 si svolse quindi il concorso per la costruzione del nuovo ponte, poi realizzato tra il 1955 e il 1957 sul progetto degli architetti Giorgio Giuseppe Gori, Enzo Gori ed Ernesto Nelli e dell'ingegner Riccardo Morandi.

Ponte all'Indiano

    Ponte alla Vittoria - Per volere del granduca Leopoldo II un ponte sospeso fu costruito nel 1836 dalla ditta Séguin, e fu intitolato a San Leopoldo. Nel 1932 fu sostituito da un ponte in muratura che venne poi distrutto dai tedeschi durante la ritirata del 1944 e quindi ricostruito nelle forme attuali e cambiando nome nel 1946.
    Ponte della tramvia - Unisce piazza Paolo Uccello con il viale Stendhal nel Parco delle Cascine, consentendo l'attraversamento dell'Arno alla linea T1 della Tranvia.
    Passerella dell'Isolotto - Detta anche delle Cascine, unisce il quartiere dell'Isolotto (Lungarno dei Pioppi) con il Parco delle Cascine (Piazzale Kennedy). Progettata dagli ingegneri Carlo Damerini e Vittorio Scalesse è stata realizzata nel 1962. Pur essendo una passerella pedonale, è tollerato il transito di moto e scooter che rendono questo ponticello piuttosto trafficato, specie nella prima mattinata (e in particolare il martedì quando si tiene il grande mercato delle Cascine). La Passerella ha subito lavori di manutenzione negli anni. Nel 2015, fatta una valutazione sulla tenuta e la capacità di portata, la corsia utile è stata ristretta con delle (orribili) transenne. Nel 2018 dopo diversi mesi di chiusura per lavori di manutenzione è stata riaperta.
    Ponte all'Indiano - chiamato anche Viadotto o Ponte dell'Indiano, è uno dei più recenti tra i ponti di Firenze, che unisce i quartieri di Peretola e dell'Isolotto tramite una strada a scorrimento veloce che supera il fiume Arno.


Il progetto e la realizzazione della lunga "passeggiata" da Porta Romana al ponte San Niccolò sono parte integrante dei lavori commissionati a Giuseppe Poggi nell'ambito del piano di ampliamento di Firenze, che nel 1865 era divenuta capitale del Regno d'Italia.

I lavori sono minuziosamente descritti nel capitolo VII della relazione redatta dallo stesso Poggi "sui lavori per l'ingrandimento di Firenze": le attenzioni paesaggistiche, le fasce di rispetto da osservare lungo il percorso, gli accorgimenti tecnici da seguire, l'aggiornamento idrico per le fontane e le piante previste, tutto è studiato e risolto.

Fra il 1890 e il 1935 il viale ospitò i binari della tranvia del Chianti, che collegava Firenze con San Casciano Val di Pesa e Greve in Chianti.
Descrizione

La larghezza dei viali è compresa fra i 16 e i 18 metri, e tra il marciapiede ed il viale venne prevista una "piantata" larga 2 metri, che ne aumenta l'ampiezza. Lungo il percorso, che ha una pendenza compresa fra l'1 e il 3,8%, si incontrano alcuni giardini con gazebo e chalet che all'epoca offrivano "tutte le ricreazioni possibili".
La loggia del Poggi

Di grande effetto è la rampa che conduce alla chiesa di San Miniato e al suo cimitero monumentale, nelle cui vicinanze sorge il parco della Rimembranza, contraddistinto dal verde cupo dei cipressi e dal cippo in ricordo dei caduti.

Elemento centrale del progetto del Poggi fu il piazzale Michelangelo, concepito come una grandiosa terrazza panoramica su Firenze, con al centro una copia della statua del David di Michelangelo, posta su un basamento ornato da copie di statue michelangiolesche delle cappelle Medicee e da quattro lapidi con iscrizioni di Cesare Guasti.

Verso la collina Poggi realizzò la loggia, un

 Il «tranvai» nella storia di Firenze

    Prima di sparire, a Firenze la tramvia ha corso per quasi due terzi di secolo: 68 anni, per l’esattezza. Correva infatti l’anno 1890 quando il tram si materializza a Firenze in duplice forma, trainato da cavalli ed elettrico
    «Viva il via-vai, viva il tranvai»Prima di sparire, a Firenze la tramvia ha corso per quasi due terzi di secolo: 68 anni, per l’esattezza. Correva infatti l’anno 1890 quando il tram si materializza a Firenze in duplice forma, trainato da cavalli ed elettrico

 

 

Interventi diffusi, per migliorare il decoro urbano, garantire la manutenzione e il riuso delle aree pubbliche e del patrimonio dell’edilizia residenziale pubblica, l’efficientamento energetico, l’illuminazione delle strade che ne sono ancora prive, la videosorveglianza. Sono i progetti del Comune di Firenze raggruppati nella proposta ‘La Città diffusa’ (e del valore complessivo di quasi 18 milioni di euro) con quale l’amministrazione partecipa al ‘Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia’ varato dal governo.

Il programma era stato inserito nella legge di stabilità 2016 e un apposito bando, nel maggio scorso, ha definito modalità e procedura di presentazione dei progetti.
«La proposta ‘La Città diffusa’ - ha spiegato l’assessore all'urbanistica Lorenzo Perra – ha come obiettivo quello di ‘diffondere’ la città delle periferie ed è costituita da una serie di interventi sinergici e coordinati tra loro da attuarsi nei Quartieri 2, 3 4 e 5».
La proposta del Comune si articola in tre gruppi: «miglioramento della qualità del decoro urbano», «manutenzione, riuso e rifunzionalizzazione di aree pubbliche e di strutture esistenti per finalità di interesse pubblico», e «accrescimento della sicurezza territoriale». Nel primo gruppo sono inseriti sia il progetto ‘Firenze walking city’, che prevede la manutenzione dei marciapiedi ivi (compresi i cartelli di toponomastica, le steli di orientamento e punti di interesse) e del valore di quasi 6mlioni di euro) che una serie di interventi sul patrimonio arboreo, l’arredo urbano e le aree gioco di 2milioni e 900mila euro. Quanto al secondo gruppo i progetti più consistenti riguardano la «riqualificazione e rimessa in ripristino del patrimonio di ‘edilizia residenziale pubblica’ (pari a 5mlioni e 345mila euro) e l’efficientamento energetico (del valore di 1milione e 720mila euro).
Nel terzo gruppo, infine, ci sono i progetti per l’illuminazione nelle strade che ancora se ne sono prive (oltre un milione di euro) e interventi per la videosorveglianza cittadina (per un importo complessivo 900mila euro).

46 i progetti presentati dalla Metrocittà rispondendo al bando del Governo. Ecco localizzazione e interventi

Puntare sulle scuole e dunque sulla cultura, favorire la cos iddetta "mobilità lenta" con piste ciclabili per una vita più sostenibile, incremento degli arredi urbani per favorire la socializzazione, con una cura puntuale delle condizioni di vivibilità della città da parte dei giovani e in particolare dei bambini. "Una scuola che funziona è un quartiere che funziona: è proprio un'equazione", spiega Andrea Ceccarelli, consigliere delegato della Città Metropolitana di Firenze, nel presentare i progetti dell'ente per le periferie fiorentine, nel senso più estensivo del termine. Le periferie del territorio metropolitano sono tipiche di una "metropoli policentrica": esse si "insinuano" tra i centri storici di diverse località, a partire dal capoluogo.
Il costo complessivo dei 46 progetti della Metrocittà - 17 per la Periferia ovest di Firenze, 10 per le periferie ad Est, 2 per il Mugello, 14 per l'Empolese, 4 per Chianti e Val di Pesa, ammonta a Euro 46.436.009,23 e il finanziamento richiesto, sulla base del bando del Governo, ammonta a Euro 39.218.290,01.
La proposta della Metrocittà si articola in una serie di interventi localizzati nei vari ambiti periferici. I singoli interventi di pubblica utilità sono suddivisi in tre tipologie che possono essere così sintetizzate: progetti per istruzione e cultura; progetti per viabilità ciclo-pedonale; progetti per arredo urbano.

Il consigliere delegato Ceccarelli ha illustrato in particolare sei interventi:
realizzazione e completamento di una pista ciclabile in ambito urbano tra Firenze e la stazione ferroviaria di Calenzano; l'ampliamento e la riqualificazione della scuola elementare Pettini a Scandicci; lavori di completamento dell'Auditorium alla scuola 'Guicciardini' di Firenze; la passerella ciclopedonale di collegamento con la stazione ferroviaria di San Donnino; manutenzione straordinaria del complesso scolastico 'Balducci' al Neto, nel comune di Sesto Fiorentino; la realizzazione di una passerella ciclopedonale del Parco delle Cascine.

La Città Metropolitana di Firenze è caratterizzata, dal punto di vista insediativo, da una struttura policentrica, rappresentata da un nucleo centrale maggiore costituito dalla città e da una serie di centri abitati di media dimensione disposti intorno a formare una prima cerchia.
Questo stesso schema policentrico si manifesta con stessa intensità, seppur in diversa scala, anche nei comuni più distanti dal capoluogo e dai più importanti servizi infrastrutturali. Il territorio della Città Metropolitana ripropone quel rapporto fra tessuto urbano consolidato e tessuto connettivo descritto per i comuni più vicini a Firenze, anche per altre polarità minori, più distanti dal capoluogo, in un modello reticolare basato sulle stesse necessità, a cui si debbono dare nuovi spazi, relazioni, opportunità e strumenti adeguati di socialità e di interrelazione; si tratta dell'ambito territoriale che si è sviluppato intorno al medio/grande insediamento di Empoli, del Mugello sviluppato intorno a Borgo San Lorenzo, della Val di Pesa cresciuta intorno a San Casciano. Tali ambiti costituiscono quel tessuto connettivo periferico di policentri urbani e territoriali che una volta recuperato dovrà valorizzare, sostenere e integrare le singole identità locali.

La Metrocittà ha individuato delle priorità, la prima delle quali è creare un polo culturale che, anche al di fuori delle mura, diventi baricentro di un quartiere che vive e che si relaziona anche oltre l'orario scolastico e diventi perno di un “indotto felice” fatto di servizi, attrezzature e pubblici esercizi.
La Città Metropolitana di Firenze propone, pertanto, la riqualificazione del sistema dell'istruzione e in generale il miglioramento delle condizioni di vivibilità della città da parte dei giovani, o ancor meglio de