NAPOLI

 

NAPOLI
LE ORIGINI FURONO COLONI GRECI I FONDATORI DEL PRIMO NUCLEO DELLA CITTA DI NAPOLI SUL COLLE DI PIZZO FALCONE.DOPO LA DISTRUZIONE DI QUESTO CENTRO Dopo la distruzione di questo centro, ad oriente di esso fu costruita la nuova città, Neapolis, nel 470 a.C. L’impianto urbanistico seguì il sistema ippodameo ossia una rete di tre grandi strade (decumani) parallele intersecate ad angolo retto da altre vie (cardini). Oggi le strade dei tre decumani corrispondono alle vie dell’Anticaglia,dei tribunali e San Biagio dei Librai.

Intorno al 328 a. C. Napoli cadde sotto la dominazione di Roma anche si potè conservare la lingua greca e le magistrature. Diventata municipio romano, la città fu frequentata da numerosi romani che vi costruirono dimore sontuose fino ai Campi Flegrei.

Dopo il 476, alla caduta dell’Impero romano d’Occidente, Napoli fu conquistata dai Bizantini. Negli anni successivi vari popoli invasero la città: Goti, Bizantini, Longobardi. Solo dal 661 iniziò un periodo di pace e di autonomia con l’imperatore Basilio. Divenuta ducato sotto Stefano II, divenne indipendente. In questo periodo la città si distinse nella lotta ai saraceni aiutando anche la città di Roma.
Dal 1139 Napoli passò sotto il dominio dei Normanni guidata dal re Ruggiero. Fu un periodo di grande sviluppo economico per tutto il regno. La figura più importante per Napoli fu quella dell’imperatore Federico II ( figlio di Enrico IV e nipote di Federico Barbarossa). Uomo colto, eclettico, scrittore, favorì gli scambi culturali con l’oriente accogliendo a corte filosofi, matematici che favorirono il progresso della civiltà del Regno. Fondò l’Università di Napoli. Dopo la morte di Federico gravi disagi si verificarono per la morte precoce di Corrado (figlio di Federico) e per l’usurpazione del trono da parte di un figlio naturale di Federico II, Manfredi.
Dal 1266 iniziò il dominio degli angioini. Uno dei sovrani francesi che lasciò un segno indelebile fu il re Roberto, soprannominato il saggio, amante delle arti e della cultura, che contribuì alla raccolta di testi antichi per la biblioteca.
Con la nipote Giovanna, che ereditò il trono, si aprì un periodo di congiure, di assassinii e di più matrimoni di Giovanna che però, nel 1381, fu fatta uccidere dal nipote Carlo di Durazzo.

Nel ‘400 Napoli cadde nelle mani degli Aragonesi. Il re Alfonso fu un mecenate e contribuì allo sviluppo dell’accademia Pontaniana. Nel 1485 una congiura dei baroni causò uno spargimento di sangue degli stessi da parte dei soldati del re Ferrante d’Aragona.
Nel 1494, dopo alterne vicende Napoli cadde sotto il dominio degli Spagnoli e il regno fu affidato ad un viceré. Uno dei più noti viceré fu don Pedro Alvarez de Toledo che promosse la costruzione di nuove strade. Nel ‘700 il regno passò nelle mani degli Austriaci. Nel 1734 ci fu di nuovo un cambiamento, questa volta fu Carlo di Borbone a sconfiggere gli Austriaci. Molte le opere realizzate durante il regno di Carlo: la Reggia di Capodimonte, il Teatro San Carlo, l’Albergo dei Poveri, la Reggia di Caserta, la fabbrica di porcellane di Capodimonte. Alla sua morte gli successe il piccolo Ferdinando IV che governò con la guida di un Consiglio di Reggenza. Il 1799 fu un anno cruciale per Napoli, perché fu proclamata la Repubblica Partenopea guidata da illuministi napoletani animati da forti ideali di eguaglianza. La Repubblica ebbe vita breve perché l’arrivo di Napoleone portò morte e distruzione e la fine di un’esperienza democratica.
L’età contemporanea
nizialmente Napoli fu data a Giuseppe Bonaparte, fratello di Napoleone, successivamente fu affidata Gioacchino Murat. Nel 1816 Ferdinando IV potè rientrare a Napoli, grazie al principio di legittimità stabilito nel Congresso di Vienna. Napoli divenne la capitale del Regno delle due Sicilie.
L’economia napoletana attraversò un periodo di splendore: fu costruito il primo battello a vapore (1818), fu inaugurata la prima linea ferroviaria Napoli-Portici (1839); furono adottate le prime comunicazioni telegrafiche. Florida era la situazione della flotta. Vivace e stimolante fu l’attività degl ‘intellettuali che hanno lasciato un’orma indelebile nella cultura del secolo (Francesco De Sanctis, Luigi Settembrini)
Gli anni più tristi per la monarchia furono quelli della seconda metà dell’Ottocento per i moti rivoluzionari che scoppiarono.
Nel 1859 i Borboni abbandonarono Napoli pressati dall’esercito garibaldino.
Con i plebisciti del 4 e del 5 ottobre 1860 veniva sancita l’annessione di Napoli e della Sicilia all’Italia.
La storia di Napoli s’intreccia da allora con quella dello Stato italiano. Dura fu l’esperienza della seconda guerra mondiale a causa dei continui bombardamenti degli aerei che portarono distruzione e morte. I Napoletani ebbero il coraggio di ribellarsi ai nazisti nel settembre del 1943.

 

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